Può un Presidente del Consiglio dei Ministri, non eletto, sfiduciare un sindaco eletto con il voto dei cittadini, seppure inefficace?
Ma soprattutto, dopo Marrazzo, Polverini, Alemanno e Marino, la Capitale potrà sperare di eleggere amministratori che non finiscano la loro carriera con la vergogna e la pubblica gogna?
G-SIDE
La mia nuvola nel web
venerdì 9 ottobre 2015
venerdì 23 gennaio 2015
lunedì 5 maggio 2014
Il calcio è morto. W il calcio
IL CONDOR, Pablo Neruda
Io sono il condor, volo
su di te che cammini
e d'improvviso in un giro
di vento, penna, artigli,
ti assalto e ti innalzo
in un ciclone sibilante
di freddo tempestoso.
Io sono il condor, volo
su di te che cammini
e d'improvviso in un giro
di vento, penna, artigli,
ti assalto e ti innalzo
in un ciclone sibilante
di freddo tempestoso.
lunedì 20 gennaio 2014
mercoledì 15 gennaio 2014
Liberate subito Girone e Latorre!
15 gennaio: India, stupro di gruppo su una turista danese
14 gennaio: India, il padre non le paga gli studi, 16enne si suicida.
Un altro episodio di violenza sessuale, a più di un anno di distanza dal brutale stupro di gruppo ai danni di una studentessa di 23 anni (morta in seguito alle violenze) che iniziò a richiamare l’attenzione pubblica sui casi di violenza sessuale nel Paese e nella città indiana.
Nei giorni scorsi, sempre a Nuova Delhi, una donna polacca era stata aggredita e violentata da un tassista mentre si trovava con la figlia di due anni. Il 3 gennaio, una ragazzina di 12 anni è stata violentata e bruciata da un gruppo di giovani nei pressi di Calcutta.
E noi dovvremmo attendere che questo popolo giudichi i nostri soldati? Alla faccia degli insegnamenti di Ghandi...
I due marò italiani sono stati arrestati ventuno mesi fa, con l’accusa di aver sparato a due pescatori indiani al largo del Kerala, uccidendoli.
Occorre scongiurare qualsiasi tentativo di introdurre lo spettro della pena di morte sui due soldati impegnati nel loro lavoro.
Dopo le pressioni esercitate sui vertici dell’Unione europea, il Parlamento potrebbe inviare una missione in India: al Senato è in corso una riunione dei presidenti delle Commissioni esteri e Difesa di Senato e Camera, Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, Nicola Latorre ed Elio Vito, per valutare l’invio di una delegazione parlamentare in India per verificare la situazione di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
14 gennaio: India, il padre non le paga gli studi, 16enne si suicida.
Un altro episodio di violenza sessuale, a più di un anno di distanza dal brutale stupro di gruppo ai danni di una studentessa di 23 anni (morta in seguito alle violenze) che iniziò a richiamare l’attenzione pubblica sui casi di violenza sessuale nel Paese e nella città indiana.
Nei giorni scorsi, sempre a Nuova Delhi, una donna polacca era stata aggredita e violentata da un tassista mentre si trovava con la figlia di due anni. Il 3 gennaio, una ragazzina di 12 anni è stata violentata e bruciata da un gruppo di giovani nei pressi di Calcutta.
E noi dovvremmo attendere che questo popolo giudichi i nostri soldati? Alla faccia degli insegnamenti di Ghandi...
I due marò italiani sono stati arrestati ventuno mesi fa, con l’accusa di aver sparato a due pescatori indiani al largo del Kerala, uccidendoli.
Occorre scongiurare qualsiasi tentativo di introdurre lo spettro della pena di morte sui due soldati impegnati nel loro lavoro.
Dopo le pressioni esercitate sui vertici dell’Unione europea, il Parlamento potrebbe inviare una missione in India: al Senato è in corso una riunione dei presidenti delle Commissioni esteri e Difesa di Senato e Camera, Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, Nicola Latorre ed Elio Vito, per valutare l’invio di una delegazione parlamentare in India per verificare la situazione di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
martedì 17 dicembre 2013
Quarant'anni e sentirli tutti
I figli di questa società malandata restano adolescenti fino a 30 anni e “giovani” fino a 40, ma difficilmente oggi stanno meglio dei loro padri. Nella migliore delle ipotesi affrontano spese ben superiori ai tempi passati quando con un solo stipendio si riusciva a mantenere un’intera famiglia.
La generazione dei nati negli anni ’70 si trova sostanzialmente con poco o niente in mano, con serissimi problemi economici, senza poter contare su un contesto politico all’altezza e, soprattutto, con un debito pubblico debilitante. Molti quarantenni con figli, titolo di studio e un potenziale luminoso futuro alle spalle, non hanno più un progetto di vita che vada oltre il galleggiamento.
Mentre la partita dell’Europa sta per concludersi e la regina nera, tedesca, sta per mettere sotto scacco matto un’Italia priva di una legge elettorale, una nuova crisi generazionale si aggira sull’Italia. Un terribile virus che ha colpito i quarantenni, al momento, senza antidoto.
Si tratta di una crisi dettata dalle difficoltà occupazionali, da settori professionali ormai saturi, da un’adolescenza posticipata. Un percorso fatto di tappe comuni: l’università, poi l’ingresso nel mondo del lavoro, la famiglia e la paura del futuro.
Il precariato si fa sempre più pesante, le esigenze di vita con l’aumento dell’età crescono, mentre i soldi risultano insufficienti a fronte di un impegno gravoso per orari e disponibilità lavorative. La prospettiva di un’assunzione a tempo indeterminato per molti si allontana o si dimostra illusoria e vacilla per la crisi anche il contratto a termine, mentre cresce la concorrenza delle nuove leve, meno pretenziose e, soprattutto, meno costose per il datore di lavoro.
Poi c’è la storia di piccoli imprenditori in credito di soldi che non arrivano mai per lavori conclusi da un pezzo. Ad arrivare sono invece le telefonate delle banche, sempre più insistenti e, soprattutto, ansiose. Oppure la storia di brillanti ricercatori universitari che vengono pagati a rimborso spese per mesi di lezione con complessivi 300 euro e una bella stretta di mano.
Tutto questo senza considerare che la condizione economica della classe media sta peggiorando a vista d’occhio, mese dopo mese. I quarantenni, in questa fase della vita avrebbero dovuto raccogliere quanto seminato in quasi vent’anni di lavoro, e invece sono costretti a fare i conti con una crisi alla quale non erano preparati. Il risparmio diventa un lusso che pochi possono permettersi.
Il dieci per cento degli italiani, composto in gran parte da quarantenni, garantisce da solo il 50 per cento dell'intero gettito Irpef. Lo rivelano i dati del Ministero dell'Economia. Il Mef ha rielaborato i dati delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, scomponendole per classi di reddito. Dalla classificazione è possibile stabilire su chi si abbatta maggiormente il carico fiscale e il dato più rilevante è proprio che mostra appunto come la classe media si faccia carico della gran parte dell'onere fiscale. Si tratta, tradotto in numeri, di quasi 79 miliardi di euro, pagato da 4 milioni di contribuenti.
Alla fine quello che conta è l’esistenza di un paracadute familiare che non tutti, anzi pochissimi, hanno. Si discute di ammortizzatori sociali, cuneo fiscale, fiducia e poi si scopre che la famiglia - e solo la famiglia - è la salvezza in una società, come quella italiana, che non conosce più mobilità sociale, né riscatto.
La maggior parte dei quarantenni oggi vive grazie a genitori pensionati che a fine mese danno una mano o che, con l’occasione di una festa, pareggiano il budget familiare che altrimenti potrebbe saltare con l’arrivo di una spesa imprevista. Anche la loro è una situazione penosa perché non si capacitano di quello che sta accadendo e perché vorrebbero fare qualcosa, ma non possono nulla. A questa situazione ognuno reagisce come può. Bisogna tenere duro, aspettare che la situazione si stabilizzi e prepararsi alla ripartenza.
Ai quarantenni degli anni ‘40 è toccata la guerra. Ad altri, quelli del 1950, la fame e ad altri, quelli degli anni ‘80 il benessere. Ai quarantenni italiani del 2014 toccherà il sacrificio, con un futuro incerto.
Gianluca Gioia
La generazione dei nati negli anni ’70 si trova sostanzialmente con poco o niente in mano, con serissimi problemi economici, senza poter contare su un contesto politico all’altezza e, soprattutto, con un debito pubblico debilitante. Molti quarantenni con figli, titolo di studio e un potenziale luminoso futuro alle spalle, non hanno più un progetto di vita che vada oltre il galleggiamento.
Mentre la partita dell’Europa sta per concludersi e la regina nera, tedesca, sta per mettere sotto scacco matto un’Italia priva di una legge elettorale, una nuova crisi generazionale si aggira sull’Italia. Un terribile virus che ha colpito i quarantenni, al momento, senza antidoto.
Si tratta di una crisi dettata dalle difficoltà occupazionali, da settori professionali ormai saturi, da un’adolescenza posticipata. Un percorso fatto di tappe comuni: l’università, poi l’ingresso nel mondo del lavoro, la famiglia e la paura del futuro.
Il precariato si fa sempre più pesante, le esigenze di vita con l’aumento dell’età crescono, mentre i soldi risultano insufficienti a fronte di un impegno gravoso per orari e disponibilità lavorative. La prospettiva di un’assunzione a tempo indeterminato per molti si allontana o si dimostra illusoria e vacilla per la crisi anche il contratto a termine, mentre cresce la concorrenza delle nuove leve, meno pretenziose e, soprattutto, meno costose per il datore di lavoro.
Poi c’è la storia di piccoli imprenditori in credito di soldi che non arrivano mai per lavori conclusi da un pezzo. Ad arrivare sono invece le telefonate delle banche, sempre più insistenti e, soprattutto, ansiose. Oppure la storia di brillanti ricercatori universitari che vengono pagati a rimborso spese per mesi di lezione con complessivi 300 euro e una bella stretta di mano.
Tutto questo senza considerare che la condizione economica della classe media sta peggiorando a vista d’occhio, mese dopo mese. I quarantenni, in questa fase della vita avrebbero dovuto raccogliere quanto seminato in quasi vent’anni di lavoro, e invece sono costretti a fare i conti con una crisi alla quale non erano preparati. Il risparmio diventa un lusso che pochi possono permettersi.
Il dieci per cento degli italiani, composto in gran parte da quarantenni, garantisce da solo il 50 per cento dell'intero gettito Irpef. Lo rivelano i dati del Ministero dell'Economia. Il Mef ha rielaborato i dati delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, scomponendole per classi di reddito. Dalla classificazione è possibile stabilire su chi si abbatta maggiormente il carico fiscale e il dato più rilevante è proprio che mostra appunto come la classe media si faccia carico della gran parte dell'onere fiscale. Si tratta, tradotto in numeri, di quasi 79 miliardi di euro, pagato da 4 milioni di contribuenti.
Alla fine quello che conta è l’esistenza di un paracadute familiare che non tutti, anzi pochissimi, hanno. Si discute di ammortizzatori sociali, cuneo fiscale, fiducia e poi si scopre che la famiglia - e solo la famiglia - è la salvezza in una società, come quella italiana, che non conosce più mobilità sociale, né riscatto.
La maggior parte dei quarantenni oggi vive grazie a genitori pensionati che a fine mese danno una mano o che, con l’occasione di una festa, pareggiano il budget familiare che altrimenti potrebbe saltare con l’arrivo di una spesa imprevista. Anche la loro è una situazione penosa perché non si capacitano di quello che sta accadendo e perché vorrebbero fare qualcosa, ma non possono nulla. A questa situazione ognuno reagisce come può. Bisogna tenere duro, aspettare che la situazione si stabilizzi e prepararsi alla ripartenza.
Ai quarantenni degli anni ‘40 è toccata la guerra. Ad altri, quelli del 1950, la fame e ad altri, quelli degli anni ‘80 il benessere. Ai quarantenni italiani del 2014 toccherà il sacrificio, con un futuro incerto.
Gianluca Gioia
lunedì 16 dicembre 2013
Quando muore uno Stato (sociale) - seconda parte
Questa mattina, mentre ero in fila, una signora di 82 anni dai modi garbati e dall'aspetto elegante ma senza sfarzo parlava con un suo vicino di sedia, un vecchietto con il bastone e la pelle rovinata dal sole di tutte le estati che aveva già vissuto.
La signora era molto affranta e parlava con un filo di voce. Raccontava che lei aveva vissuto la guerra a 12 anni, che aveva sofferto molto, ma che nella sua vita non riusciva a ricordare un periodo peggiore di quello attuale.
Diceva che dopo la guerra in Italia si soffriva la fame, ma che allora a differenza di oggi non si era persa la speranza.
La signora ha rivelato di essere una ex insegnante e che ha cresciuto 4 figli e una decina di nipotini. Dei suoi figli, diceva, due recentemente hanno perso il lavoro e lei li aiutava economicamente, anche con la sua presenza.
Quasi singhiozzando diceva che non poteva permettersi di perdere la sua lucidità poiché il suo apporto alla famiglia era ancora necessario. Non poteva permettersi di riposare, o di ammalarsi, dopo una vita piena di alti e bassi.
La signora indossava un cappello di lana cotta, o qualcosa del genere, e alla fine togliendoselo con una mano tremolante, pallida e segnata dal tempo, ha concluso dicendo che senza la pensione dei nonni e del loro aiuto, l'Italia sarebbe già caduta.
Natale, siamo tutti più buoni!
S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo...
Buon Natale a Tutti, eh!
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo...
Buon Natale a Tutti, eh!
sabato 14 dicembre 2013
Ripetizioni per italiani smemorati
Il finanziamento pubblico ai partiti è introdotto dalla legge del 2 maggio 1974 n° 195, proposta da Flaminio Piccoli (Democrazia Cristiana). La norma viene approvata - in soli 16 giorni - con il consenso di tutti i partiti, ad eccezione del PLI. Nel maggio 1974 Enrico Letta ha solo 7 anni e frequenta la seconda classe della scuola elementare.
Dopo un primo tentativo di Marco Pannella nel 1978 e dopo altri 15 anni (nel 1993), il referendum abrogativo promosso dai Radicali Italiani vede il 90,3% dei voti espressi a favore dell'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti.
Dopo un primo tentativo di Marco Pannella nel 1978 e dopo altri 15 anni (nel 1993), il referendum abrogativo promosso dai Radicali Italiani vede il 90,3% dei voti espressi a favore dell'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti.
Nello stesso dicembre 1993, il Parlamento aggira l'ostacolo dell'esito referendario e aggiorna, con la legge n° 515, la legge sui rimborsi elettorali - definiti da questo momento “contributo per le spese elettorali” - subito applicata in occasione delle elezioni del 27 marzo 1994. In quegli anni Enrico Letta è il Presidente dei Giovani Democristiani Europei (1991/1995).
Non è finita. La legge n° 157 del 3 giugno 1999 "Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici" reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti, come se il referendum non fosse mai esistito. Nel 1999 Enrico Letta è Ministro per le Politiche comunitarie del Governo D'Alema.
Nel 2000 un ulteriore referendum promosso dai Radicali propone l'abolizione della legge sui rimborsi elettorali, ma non raggiunge il quorum. La legge quindi, rimane inalterata. In quell'anno, Enrico Letta è alla guida del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato.
Il 13 dicembre 2013 il premier Enrico Letta annuncia, nelle more dell'iter legislativo volto all'approvazione del disegno di legge che era stato già approvato alla Camera dei deputati, l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti mantenendo solo la possibilità di finanziamento privato.
L'annuncio arriva in mattinata, via Twitter, dal premier in persona: il Governo approverà oggi l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. «Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico partiti entro l'anno. L'ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa», afferma Letta attraverso il social network.
Ma non è proprio così, infatti, si adotta per decreto lo stesso testo che era stato già approvato dalla Camera dei Deputati e che non prevede "lo stop entro l'anno in corso". L'eliminazione dei rimborsi elettorali sarà pienamente effettiva solo a partire dal 2017. Per i rimborsi annuali ci sarà una decurtazione progressiva. I finanziamenti pubblici, quindi, sopravviveranno almeno per un triennio e, nel frattempo, scatteranno altri meccanismi attraverso i quali la politica potrà reperire risorse.
Ad esempio, i cittadini potranno scegliere di destinare ai partiti il 2×1000 della loro dichiarazione dei redditi a partire dal 2014, ma i soldi ai partiti saranno erogati a partire dal 2017. Ma attenzione: l’importo complessivo di chi non sceglie di destinare il 2×1000 (né al partito, né allo Stato) sarà comunque distribuito ai partiti in proporzione ai dati complessivi.
Inoltre, saranno ammesse donazioni private che beneficeranno di detrazioni Irpef e Ires: si tratta del 37% per i contributi tra 30 e 20mila euro e del 26% fino a 70mila euro. Si parte con un limite di 100mila euro nel 2014 per le aziende private. A regime sarà fissato un tetto di 200mila euro per le società e di 300mila euro per le persone fisiche.
Inoltre, saranno ammesse donazioni private che beneficeranno di detrazioni Irpef e Ires: si tratta del 37% per i contributi tra 30 e 20mila euro e del 26% fino a 70mila euro. Si parte con un limite di 100mila euro nel 2014 per le aziende private. A regime sarà fissato un tetto di 200mila euro per le società e di 300mila euro per le persone fisiche.
Enrico Letta nel 2017 avrà 51 anni e per il momento non è possibile conoscere il suo destino.
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