
Nei manuali di storia contemporanea i cento giorni da ricordare sono quelli del presidente americano Franklin D. Roosevelt dopo la grande crisi americana del 1929, quando appena eletto fece approvare diverse leggi, alcune molto impopolari, per salvare l'economia nazionale. Quel celebre episodio è poi diventato il termometro per misurare l'efficienza dei governi di crisi, e non solo, per la tutta la storia successiva.
Anche Mario Monti si è presentato all'appuntamento pubblicando addirittura il documento "Governo Monti: attività dei primi cento giorni", disponibile online sul sito del Governo.
Nei primi 100 giorni del Governo Monti, infatti, sono state conseguite diverse riduzioni dei costi: 4 milioni di euro per i dipendenti nelle strutture generali stabili (blocco del turnover, congelamento dei contratti, pensionamenti); 12,2 milioni di euro per gli uffici di diretta collaborazione relativi al Presidente, ai Ministri senza portafoglio e ai Sottosegretari presso la Presidenza del Consiglio. In questi uffici si registra una riduzione di 241 unità in termini di personale addetto; 2,3 milioni di euro per le strutture di missione, con una riduzione di 51 unità di personale; 750 mila euro per esperti e consulenti, il cui numero complessivo è diminuito di 99 unità. Per quanto riguarda i trasporti aerei di Stato, c'è stata una contrazione significativa dei voli pari al 92%, con un risparmio complessivo di 23,5 milioni. Infine, nel servizio automezzi il risparmio ammonta a circa 270 mila euro, su base annua. Meno spese, quindi, per quanto riguarda il personale, i trasporti aerei e gli automezzi. Grandi apprezzamenti da tutti i partiti politici, come non si vedeva dai tempi della Costituente. Stesso plauso dal mondo dei Media.
Nello stesso periodo è però sfuggito a tutti i colleghi giornalisti (unici critici con il Governo Tecnico quelli de ‘Il Fatto Quotidiano’) un dietrofront che non ha avuto alcuna eco. Pure i giornalisti di ‘Libero’ e de ‘Il Giornale’ che nutrono un certo astio nei confronti del successore di Berlusconi, hanno avuto una zona d’ombra (forse preventiva alla sentenza di prescrizione del caso Mills).
Ecco il film dei 3 giorni che hanno dimostrato il vero volto di SuperMario.
Mario Monti il giorno 20 febbraio ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è ridurre il disavanzo pubblico, ma anche di far affluire ai contribuenti onesti il gettito della lotta accresciuta all'evasione in termini di minore aggravio fiscale” e “ci saranno molti provvedimenti in questo senso”.
La Repubblica lo stesso giorno ha titolato: Un taglio alle tasse grazie ai proventi della lotta all'evasione. Il testo sulla riforma fiscale che il governo si prepara a varare metterà nero su bianco questo principio - già annunciato più volte dall'esecutivo -. Ora ci sono anche le cifre: dalla lotta all'evasione, Palazzo Chigi stima di recuperare circa 11 miliardi , metà dei quali destinati appunto ad alleviare il carico fiscale delle famiglie. Si parla quindi di una copertura di 5 miliardi e mezzo che, nelle intenzioni del governo, dovrebbero permettere di abbassare di tre punti la prima aliquota (che passerebbe dal 23 al 20 per cento), quella applicata ai redditi compresi fra i 7 e i 15 mila euro.
Tutti hanno compreso quindi quanto stava per accadere in Consiglio dei Ministri, senza alcun dubbio. ''Spero che Monti realizzi quanto ha annunciato in merito al recupero dell'evasione: se è vero che potrà servire ad attenuare la pressione fiscale, che lo sia per i nuclei familiari'': è stato l'auspicio del leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, lo stesso 20 febbraio.
Anche dalla Lega Nord è stato recepito lo stesso messaggio: "Saremmo tutti ben felici se con un Pil che calerà dell'1,5 per cento nel 2012, come ha detto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il governo riuscisse sia a centrare il pareggio di bilancio che ad abbassare le tasse con gli incassi della lotta all'evasione. Sarebbe un bel sogno, ma ci sembra un'utopia, perché quando cala la ricchezza difficilmente gli impegni di bilancio possono essere rispettati. Chiediamo quindi al presidente Monti di essere più realista e di non creare false aspettative dannose per i cittadini". Lo ha dichiarato il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, Maurizio Fugatti.
La parola “aspettative” è fondamentale in questa storia poiché venerdì 24 febbraio è arrivato il colpo di scena. Nel comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri le promesse non vengono mantenute. Si parla di risparmi di 42 milioni di euro, del 92% dei viaggi in meno, delle misure anti evasione fiscale, dell’IMU anche per la Chiesa, ma di tagli alla fascia di reddito più bassa nemmeno un accenno. Il motivo, da quanto è emerso subito dopo, è che promettere fin d'ora sgravi fiscali sarebbe prematuro date le condizioni dell'economia e l'obbiettivo del pareggio di bilancio. Giusto, ma sono trascorse solo 96 ore dalla promessa di Mario Monti, non due mesi.
Alle ore 20, dopo cinque ore di Consiglio dei Ministri, quando si sono aperte le porte, Monti è riuscito a sorridere: “Una giornata proficua - ha detto -. Sono soddisfatto”. “Il fondo da costituire per abbassare la pressione fiscale a partire dal 2014 per ora è senza risorse - ha detto il Premier -. Meglio aspettare di identificare come finanziarlo. Altrimenti, si rischia di creare un'aspettativa (!!!), che se non viene soddisfatta si trasforma in un danno. Il fondo dovrebbe essere riempito con il recupero dell'evasione fiscale di quest'anno e del prossimo, ma è ancora presto per poter dare una dimensione attendibile a questi introiti. Meglio rinviare”.
Dopo pochi minuti sulle agenzie di stampa si leggeva “Siamo delusi dal pacchetto Monti sul fisco. Ci aspettavamo che, per la prima volta, la lotta all'evasione fiscale venisse collegata alla riduzione della pressione fiscale sui contribuenti onesti, in primis lavoratori e famiglie, coloro che fino a questo momento hanno sopportato il vero peso della crisi". Lo afferma Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Idv alla Camera.
Nessun altro ha sollevato la testa. Nessun altro ha mantenuto la memoria di almeno 96 ore prima.
Anzi a sostegno è intervenuto uno degli sponsor del Presidente del Consiglio: "Ha fatto bene Monti a dire candidamente che quando ci saranno e saranno cospicui i proventi della lotta all'evasione si deciderà cosa farne". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha apprezzato la scelta del premier Mario Monti di non prevedere un 'tesoretto' frutto della lotta all'evasione per abbassare le tasse. ''Chiunque al suo posto avrebbe fatto propaganda – ha aggiunto Fini - ma lui non lo ha fatto, perché non si tratta di uno spot o di un argomento da dibattito in tv''. ''Il governo – ha concluso Fini - ha determinato e sta determinando comportamenti che mettono la politica di fronte alle proprie responsabilità. Tante volte si è parlato di lotta all'evasione, ma non sono mai stati assunti provvedimenti rigorosi come quelli che sta prendendo Monti''.
Non ha fatto propaganda il Presidente Monti il giorno 20 febbraio? Non ha creato aspettative il giorno 20 febbraio? Nessuno ha la memoria di almeno 96 ore di autonomia in Italia?