venerdì 17 febbraio 2012

Mani pulite, il sapone è subito finito


A distanza di venti anni da Mani Pulite, sono rimaste disattese tutte le premesse e gli obiettivi di risanamento e di cambiamento economico sociale e democratico che hanno però comportato al tempo stesso grossi costi e sacrifici per l’Italia, oltre all'eco del tintinnare delle manette. Si sono risolte in un nulla di fatto la tanto decantata questione morale e la lotta alla corruzione.
Il sapone è finito subito ed è bastato solo per eliminare selettivamente i partiti di governo della Prima Repubblica e le sue leadership, ovvero per ‘combattere’ i garofani e gli scudocrociati, e non è bastato per disinfettare il Paese dal batterio della corruzione.
Alcuni hanno sfruttato il paravento di una falsa rivoluzione mediatico-giudiziaria, per sostituirsi ai vertici dello Stato, altri con passione e fede nella giustizia hanno continuato a servire lo Stato indossando la toga. ''L'inchiesta milanese andò oltre, non solo evidenziando quel bubbone purulento che infettava l'intera società - afferma oggi il giudice Giancarlo Caselli - ma soprattutto chiarendo che si trattava di qualcosa di sistemico che pervadeva questa nostra società''.
Per alcuni l'operato della magistratura ha salvato l'Italia dal baratro, quello stesso baratro in cui sarebbe invece precipitata negli anni ‘90 l'Argentina. Per altri è servito solo a trascinare il nostro Paese in fondo alla classifica degli Stati corrotti, senza speranza di salvezza.
Oggi che anche il capitolo della Seconda Repubblica si è chiuso, con il passaggio delle consegne di Silvio Berlusconi ai tecnici, l’evidenza che “tutto è cambiato per non cambiare nulla” è nelle parole del Premier Mario Monti, quando stronca le Olimpiadi 2020 di Roma. “Una scelta di responsabilità - ha spiegato Monti - se siamo qui a fare i conti con una situazione finanziaria difficile è perché tante volte in passato sono state prese decisioni, senza avere molto riguardo alle conseguenze finanziarie negli anni successivi”. “E' una questione di serietà, coerenza e credibilità - ha assicurato Mario Monti -, non è prudente impegnarci in un pesante piano di rientro del debito che impone una gestione rigorosa dei conti pubblici. Faremmo una pessima figura sui mercati, daremmo la sensazione che che l'Italia è tornata quella di prima. Ciarliera e spendacciona". L’Italia non è mai cambiata e Monti lo dichiara al Mondo intero: non accordateci la vostra fiducia, Mani pulite non è servito.
Come riporta oggi il quotidiano Europa, “Di sola austerità si può morire”.