
La politica ha lasciato il campo libero agli economisti (di Goldman Sachs direbbe qualcuno). Il paradosso è che proprio quegli economisti che negli ultimi anni non hanno avuto la capacità di interpretare la deriva economica e finanziaria, oggi si troveranno a stabilire come uscire dalla crisi. Sarà semplice per certi versi imporre tagli e nuove tasse senza dover badare al consenso elettorale, ma sarà particolarmente difficile operare con i tempi serrati della Borsa e delle prossime aste di Btp.
Al consenso si sostituisce la spada di Damocle degli indici finanziari e lo spread con i Bund tedeschi. La fretta diventa il primo motore del Governo, tanto che oggi uno dei ministri non potrà essere presente per il giuramento poiché si trova all'estero (l'ambasciatore italiano a Washington Giulio Terzi di Sant'Agata).
Un caso simile, a mio giudizio, è già accaduto nel 1992, quando le bombe della mafia hanno spinto il Parlamento italiano a prendere decisioni affrettate che hanno prodotto danni pluriennali che oggi ancora scontiamo.
Il nuovo fallimento della politica a distanza di 19 anni dalle stragi di Capaci e di Via D'Amelio sta prestando il fianco non alla macrocriminalità come allora, ma alla speculazione che, dopo l'Italia, potrebbe 'colpire' anche la Francia. La notizia non è nuova, ma è stata tenuta 'segreta' prima delle dimissioni del Presidente Berlusconi. Questa circostanza, infatti, avrebbe potuto cambiare le sorti del Cavaliere. E forse anche dell'Italia.