giovedì 5 gennaio 2012

Beware italienisch!

La Germania è tornata ad essere dopo 70 anni e, in particolare, a distanza di 22 anni dalla riunificazione, il più potente Paese dell’Europa e uno dei Paesi più forti del Mondo, ma da sola in un contesto di globalizzazione pesa relativamente poco.

La disoccupazione tedesca è ai minimi storici, mentre ad esempio in Spagna e in Italia è tornata a correre. Nel Belpaese il tasso di disoccupazione è salito all'8,6% (+0,4% su base annua) e quello giovanile ha toccato il 30,1%.
Il Pil della Germania è in controtendenza rispetto all'Occidente: +4% è un risultato da economia emergente in questo periodo di vacche magre. In Italia, se va bene, si punta ad un -0,4%. Se va bene.
Il confronto sulla competitività tra la Germania e gli altri membri Ue, inoltre, è imparagonabile; lo spread sui Btp italiani decennali è salito oltre i 520 punti base sui massimi da inizio anno (N.B. anche senza Berlusconi) e il rendimento dei nostri decennali è tornato sopra il 7%, i Bonos spagnoli viaggiano oltre 360. Il premio di rendimento sui titoli portoghesi è a 1.142, la Grecia viaggia oltre 3.300 mentre Francia e Belgio si attestano rispettivamente a 144 e 258 centesimi.
La Merkel ha compreso che questo suo nuovo status di potenza leader in Eurolandia le attribuisce anche delle responsabilità, e che la crisi europea non si risolverà a breve termine. La stessa Germania risentirà di questa crisi, perché il 60 per cento delle sue esportazioni va verso il resto dell’Europa.
Non le resta quindi che colonizzarci. Attenti italiani.