giovedì 29 marzo 2012

Il cinismo dei tecnici

I lavoratori sono ridotti a semplici numeri. I burocrati fanno i conti (sbagliandoli sistematicamente) e con cinismo commentano il caso di 350 mila lavoratoti "esodati".
Gli "esodati", sono i lavoratori nella 'terra di nessuno', senza salario nè pensione, sono un fenomeno costante delle riforme previdenziali. Lo spiega Alberto Brambilla, presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del ministero del Lavoro: "Quello degli esodati - dice - è un problema ricorrente, che si è creato con tutte le riforme pensionistiche. Ci fu con la Riforma Dini e ci fu nel 2001 con la revisione Berlusconi-Maroni (Brambilla è stato sottosegretario al Lavoro, con delega alla previdenza dal giugno 2001 al maggio 2005, ndr) e c'è ora con la revisione Monti-Fornero". Brambilla preferisce parlare di "revisioni e non riforme, perché la riforma è una cosa molto più grande che cambia il metodo". "Tutte comunque, revisioni e riforme, hanno aumentato l'età di pensionamento, e anche quando abbiamo fatto nel 2001 la modifica che incorporava un aumento dell'età di pensionamento -ricorda- partimmo con una stima di 10.000 persone che sarebbero state esenti dagli effetti della riforma, come quelli che avevano già fatto contratti di esodo o con i fondi esuberi, in pratica gli 'esodati'. Poi da 10.000 si arrivò a 20.000 e poi 50.000, che fu il numero definitivo". Quindi, ribadisce Brambilla, "quello degli esodati è un fenomeno che si è sempre verificato". "Anche ora si è partiti con un numero alto, 50.000 poi le Camere lo hanno aumentato a 65.000 e probabilmente bisognerà andare un po' più in su perché gli accordi li hanno fatti in tanti". In attesa della riforma dell'articolo 18... Errare humanum est, perseverare autem diabolicum, et tertia non datur.