martedì 26 aprile 2011

L'Italia accoglie l'invito della Nato: bombarderà la Libia. In cambio di una fetta della vecchia torta di Schengen

Silvio Berlusconi, un mese fa aveva detto che i nostri aerei non avrebbero sparato sulla Libia. Oggi l'Italia accoglie in pieno l'appello agli Alleati lanciato il 14 aprile scorso a Berlino dalla Nato per “aumentare l'efficacia della missione intrapresa in attuazione delle risoluzioni Onu 1970 e 1973”. Berlusconi si prostra davanti al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La Lega prende le distanze dal Governo. Gli italiani?



Stavolta, gli yankee potranno vincere una guerra, grazie a Berlusconi. Forse.
La decisione di Berlusconi, tardiva e sbagliata, segue un mese di tensioni internazionali, in particolare con la Francia e gli Usa. In ballo non c’è solo il destino del Rais della Jamāhīriyya, ma anche quello degli immigrati in Italia e bloccati alle frontiere francesi; il futuro di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea; il controllo dei pozzi petroliferi libici, dopo la fine della guerra, e chissà quali altri fini diplomatici. Insomma è una partita a poker nella quale Berlusconi ha deciso di scendere a compromessi con il marito di Carla Bruni.
L’Italia, infatti, rischia di perdere quei “privilegi” dell’esclusivo club di Schengen ed è oggi costretta a bombardare l’odiato amico Gheddafi, per consentire agli Usa di portare a termine una guerra che, come tutte quelle iniziate dagli anni ’60 in poi, non ha mai concluso.