Il mondo di Fini, nei 17 anni trascorsi dalla prima incursione di Silvio Berlusconi nella politica, è profondamente mutato: c'era una volta il Msi, poi An e oggi il Pdl. Il futuro, fino al definitivo chiarimento, è incerto: potrebbe essere il 'vecchio' Pdl o il 'nuovo' Pdl Italia.I compagni di strada di un tempo hanno seguito talvolta l'evoluzione del leader ma più spesso l'evoluzione del quadro politico dominato da Silvio Berlusconi.
In questi anni le correnti del Movimento Sociale Italiano degli anni '90 mano a mano si sono disciolte e raggruppate, tanto da diventare in An solo due: la destra sociale (sostanzialmente ex rautiani) e il 'gruppone' finian-tatarelliano (Destra protagonista) in cui entrano ex oppositori come Altero Matteoli e Adolfo Urso. Oggi i 'finiani' non coincidono più con l'ex An e tantomeno con quel 'gruppone'. Negli anni alcuni "colonnelli" sono diventati prima "berluscones" e poi "berluscones doc": è il caso di Maurizio Gasparri. Altri sono usciti dal partito, come nel caso dell'ex portavoce di Fini Francesco Storace, oggi leader de 'La Destra', comunque alleato di Berlusconi.
La nascita del Pdl e le distanze politiche tra i due cofondatori stanno sancendo la fine di amicizie che pure si erano temprate negli anni dell'accerchiamento missino. Alla memoria torna, ad esempio, la vicenda della conversazione "rubata" al bar da un giornalista de 'Il Tempo'. Era l'estate del 2005: c'è La Russa che dà del "malato" a Fini, Gasparri che annuisce ma resta in silenzio. Chiacchiere davanti ad un caffè o mangiando un cornetto che però lasciano il segno e mostrano intere le distanze.
E oggi? Fini può contare su alcuni vecchi e nuovi compagni di strada: il ministro Andrea Ronchi, il sottosegretario Roberto Menia (l'unico a pronunciarsi contro la fusione con Forza Italia all'ultimo congresso di An con accenti oggi evidentemente profetici), la direttrice del 'Secolo' Flavia Perina, Adolfo Urso (alla guida della Fondazione FareFuturo), Giulia Buongiorno e, non ultimo, Italo Bocchino.
Quali 'numeri' abbia dalla sua Gianfranco non si sa (e in politica contano), ma con lui ci sono sicuramente delle teste 'fini'.
C'è qualcuno che pensa che sia tutta una tattica per mantenere all'interno del Pdl "capre e cavoli", ma sulle colonne dei giornali volano spesso gli stracci. Di sicuro Fini ha capito che, due anni fa, ha regalato tutto al Cavaliere e oggi, ritemprato da un nuovo giovane amore, una nuova paternità e una posizione super partes, vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista nella scena politica italiana. Sarà troppo tardi?