venerdì 10 aprile 2009

A metà del guado


Oggi, con i funerali delle 289 vittime del terremoto de L'Aquila ci troviamo a metà del guado. Da questo punto non possiamo tornare indietro e dobbiamo arrivare alla sponda opposta.
Molte delle case e delle strutture crollate non avrebbero dovuto frantumarsi come, invece, è avvenuto. Per questo motivo, ai nomi delle vite interrotte si devono aggiungere i nomi di chi ha messo le firme, i nomi di chi ha messo il calcestruzzo, i nomi di chi ha effettuato i collaudi.
Mentre si pensa alla ricostruzione, è ora che in Italia siano fatti i nomi dei colpevoli, vengano puniti e vengano messe le basi affinché questo non avvenga mai più.
Tutti devono sapere i nomi e la sorte dei copevoli, perché nessuno si possa permettere il lusso di sbagliare ancora. Il tempo del permissivismo e delle pacche sulle spalle è finito. L'attenzione sullo scandalo non deve finire quando le telecamere delle tv si spegneranno. Oltre il guado c'è la certezza della pena.