I quotidiani ormai non parlano di altro che di aggressioni razziste nei confronti di immigrati di colore.
Gli italiani improvvisamente, e soprattutto gli agenti di polizia e i vigili urbani, si scoprono razzisti. Probabilmente, gli italiani sono sempre stati un po' razzisti. Anche io ammetto di non avere in simpatia i rom, ma non per questo mi faccio convincere dai colleghi giornalisti di questa svolta xenofoba del mio Paese.
Non sottovalutiamo gli episodi di razzismo ma bisogna evitare gli allarmismi, talvolta frutto di strumentalizzazioni.
Il caso: una cittadina italiana di origine somala, è stata sottoposta ai controlli di frontiera lo scorso 21 luglio da parte del personale dell'Ufficio polizia di Ciampino, la Polaria. Dalla consultazione degli archivi elettronici della polizia risultavano a carico dell'interessata una condanna definitiva per oltraggio, resistenza, violenza e lesioni a un pubblico ufficiale, nonché precedenti per traffico e detenzione di sostanze stupefacenti (decine di chili) ai fini di spaccio per i quali era stata già arrestata due volte. Ovviamente, con questi precedenti, la polizia ha ritenuto opportuno accompagnare la signora presso la locale sezione dell'agenzia delle dogane per le perquisizioni. La donna ha sporto denuncia per maltrattamenti e razzismo.
L'ultimo caso è di questi giorni: "il figlio non ha la cintura di sicurezza: senegalese placcato dai vigili e arrestato" e "Immigrato gettato a terra e ammanettato davanti ai bambini di una scuola". In pratica, un senegalese di 43 anni è stato gettato a terra e ammanettato davanti al figlio che stava accompagnando a scuola. Mercoledì 8 ottobre, verso le 8.20, l'uomo stava portando il figlio a scuola, in macchina. Lo raggiungono due vigili. Gli chiedono patente e libretto, perchè - dicono - il bambino viaggiava senza cintura. Lui mostra la patente e spiega che vuol portare prima il figlio a scuola. Poi li seguirà fino alla macchina, per mostrare il libretto. I vigili non sono d'accordo e insistono. Alla fine lo atterrano in 5 e lo ammanettano proprio di fronte la scuola, davanti al figlio, a tutti gli altri bambini e ai genitori. Alcune persone seguono il senegalese fino al Comando, per capire il motivo di un gesto del genere, e poi testimoniano a suo favore.
Nei confronti del senegalese è scattata una denuncia per resistenza, mentre non è stata confermata la notizia, secondo la quale l'immigrato a sua volta avrebbe denunciato i vigili per un atto di razzismo.
Dal mio punto di vista è giusto che i vigili abbiano fermato l'uomo se il figlio era realmente senza cintura. Spesso mi capita, infatti, di osservare auto con bambini a bordo senza cintura e imprecare contro i vigili. Ma questa volta sono intervenuti.
Quello che è successo dopo, dal mio punto di vista, è il frutto di una campagna a mezzo stampa che vuole dipingere le Forze dell'ordine come 'fasciste e razziste'. L'uomo si è probabilmente visto vittima di un attacco razzista e ha reagito esageratamente provocando la controreazione degli agenti che non si sono fatti certo scrupolo di 'applicare' le maniere forti. Lo stesso dovrebbe essere accaduto con la donna di origine somala, con l'attenuante però dei precedenti penali.
Non vorrei cadere nell'errore del sindaco Alemanno quando disse che le due vittime di una violenza carnale avevano sbagliato ad appartarsi in un luogo isolato e che quindi se la sono cercata, ma i casi del senegalese ammanettato davanti al figlio e della donna fermata all'aeroporto sono emblematici. La domanda che mi pongo è quindi: è possibile che ogni volta che un poliziotto esagera e abusa del potere conferitogli, l'atto viene dipinto come 'razzismo' e non come giustamente dovrebbe essere 'a-b-u-s-o-d-i-p-o-t-e-r-e'? Sicuramente alcuni dei casi denunciati in questi ultimi giorni dai quotidiani sono riconducibili al colore della pelle e al pregiudizio (vedi la mattanza di Caserta), ma è ora che la smettiamo di fare distinzione tra un arrestato 'nero' e un arrestato 'bianco', oppure come nella fattispecie, tra un malmenato dai vigili 'nero' e un malmenato dai vigili 'bianco'.

