di Gianluca Gioia
Il rapporto presentato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi fa discutere. Ad accendere i riflettori sulla notizia è stato soprattutto il Sole 24 Ore che ieri ha titolato: 'Mutui, famiglie in difficoltà'. Il quotidiano economico ha riportato i numeri resi noti da Via Nazionale: 'Per Bankitalia le sofferenze salgono a 11,2 miliardi (più 8,5 per cento). Disagi anche su depositi e carte di credito. Crescono le famiglie italiane in difficoltà: in dodici mesi - scrive ancora il quotidiano di Confindustria - il rosso in banca è salito di 88 milioni in più dei 10, 412 miliardi di un anno prima'. 'Mutui e prestiti, famiglie in rosso' scrive il Corriere della Sera che riporta le osservazioni dello staff del governatore Draghi: 'I crediti a rischio sono saliti a quota 11 miliardi'. E intanto - aggiunge il quotidiano - 'prosegue la discesa del tasso Euribor, parametro di riferimento per i finanziamenti che ieri era al 4,153 per cento'. 'Conti in rosso secondo Bakitalia' sottolinea il Giornale: 'Famiglie in sofferenza: in un anno più 8,45 per cento. Colpevoli i tassi sui mutui e il credito al consumo. A 265 miliardi i debiti per l'acquisto della casa'.
La necessità di un tetto giustifica il ricorso al mutuo, ma non giustifica tutto un mercato che vive intorno alla necessità di tante famiglie. Banche che applicano regole da strozzinaggio senza farsi scrupoli, promotori finanziari che si arricchiscono applicando tariffe da capogiro sul capitale erogato, notai che si ritagliano fette considerevoli di ricavi e naturalmente lo Stato che non è mai sazio di pretendere la fetta più grossa.
Il mutuo, alla fine, sembra quasi la porzione più piccola per le famiglie che devono fare i conti con una esagerata collana di spese collaterali.
Se oggi si compra una casa da una agenzia, in media si paga il 2/3% di commissione più iva all'agenzia stessa. Subito comincia il balletto delle tasse di registrazione e poi il notaio ci mette l'acuto finale con il contratto preliminare. Non è l'anticipo a spaventare le famiglie, ma le prime spese senza ritorno.
La richiesta del mutuo poi non lascia più all'acquirente la possibilità di 'sopravvivere' in pace. Si comincia con una serie di richieste incalzanti che vanno dall'estratto conto bancario alla busta paga, dal certificato alla fidejussione, ecc. ecc. Una girandola di richieste per poi cominciare con i primi salassi: la spesa per il perito, la commissione al consulente finanziario, l'apertura della pratica, la visura notarile, ecc. ecc.
Una famiglia 'normale' già a questo punto annaspa nelle ristrettezze economiche e non ha ancora neanche visto da lontano l'uscita del tunnel.
Si torna dal notaio per il rogito e qui accompagnato da una musica funerea arriva il salasso maggiore. La banca sconta all'origine le tasse e quindi si paga un mutuo superiore al reale ammontare del prestito erogato. La parcella del notaio è, infine, la mazzata finale.
Ma non è finita: da quel momento si comincia con il versamento delle rate del mutuo. Qui i tassi sono fondamentali se la banca scelta ha applicato un tasso variabile.
In questo momento di spinta inflazionistica, infatti, la Banca centrale europea che in un anno circa ha già raddoppiato il tasso portandolo dal 2 al 4%, vorrebbe aumentarlo ancora. Se così fosse per tante famiglie sarebbe il collasso finale.
A questo calvario non c'è via d'uscita. L'unica via di fuga è rimanere a casa con i genitori e continuare a fare i 'bamboccioni', così come li definisce Tommaso Padoa Schioppa.